A volte può capitare di leggere delle varie specifiche d’un qualche PC che è in vendita online. Più d’una volta però è possibile vedere che tale prodotto è compatibile – o è almeno equipaggiato – con una porta Thunderbolt. Ma non è la stessa cosa dell’USB? Non proprio.
In questa guida parleremo un po’ più nel dettaglio delle differenze che riguarda le porte Thunderbolt e le normali porte USB-C 3.1.
Prima di tutto, le porte Thunderbolt sono un sistema di comunicazione proprietario dell’Intel. Permettono di trasferire fino a 40Gb al secondo (nella sua versione 3) e come tale può conferire anche una vasta gamma di vantaggi, come la possibilità di trasmettere due differenti streaming in 4K e di supportare come tale i vari protocolli DisplayPort e PCI-E per la trasmissione video. Detto così, sembra molto utile, senza mancare che può trasmettere fino a 100W di potenza totale per alimentare qualsiasi tipo di dispositivo.
Nonostante le apparenze, il Thunderbolt comunica con lo stesso tipo di porta dell’USB tipo C, rendendosi in tutto e per tutto simile alle porte USB 3.1 Gen 2 che sono in uso al giorno d’oggi. La differenza è che è possibile vedere il simbolo del fulmine nei dispositivi compatibili, ma in certi casi è bene controllare anche nel manuale o nelle specifiche del prodotto.
A differenza, giusto per dirne una, le porte USB-C equipaggiate solo di 3.1 Gen 2 possono comunicare fino a 10Gb al secondo.
Ma cosa succede allora, quando vi è una singola porta Thunderbolt? L’Intel ha ben pensato di sfruttare lo stesso tipo di comunicazione per un motivo. Sì, per sfruttare le funzioni del Thunderbolt bisogna che entrambi i dispositivi siano compatibili e che il cavo può comunicare con lo stesso sistema. Se però – ad esempio – connettiamo un dispositivo che non può comunicare in Thunderbolt, è lo stesso sistema del’Intel ad entrare in una modalità “USB 3” nel quale la velocità, il voltaggio e tutto il resto del sistema scende alle tipiche prestazioni delle porte 3.1 Gen 2. Insomma, si tratta senza dubbio d’una connessione veloce, intelligente, ma il più grande problema è il costo delle licenze.
Il Thunderbolt è infatti incluso solo in alcuni precisi modelli di PC portatili, ma soprattutto viene incluso nei sistemi iMac e Macbook. Questo perché, per funzionare, il Thunderbolt richiede delle prestazioni particolari, oltre la necessità delle multinazionali di pagare appositamente l’Intel per l’inclusione di questo protocollo. E’ certamente possibile ottenerlo a parte: in particolare per i PC fissi è possibile comprare una scheda apposita. Del resto, bisogna sempre fare i conti con la compatibilità dei cavetti, degli accessori e dei dispositivi che vogliamo connettere. Anche se il Thunderbolt può entrare in modalità USB 3 completamente da solo, e farlo anche in maniera selettiva, bisogna comunque assicurarsi che non lo faccia per errore.
Vi sarà un futuro nel quale il Thunderbolt sarà più accettato? Certo, e sarà solo una questione di pazienza. In particolare, le future porte USB 4 includeranno la tecnologia Thunderbolt in maniera nativa. L’USB 4 include tutti i vantaggi del Thunderbolt, e sarà naturalmente inclusa in tutte le nuove tecnologie che usciranno durante il 2020 (o al limite nel 2021). In un certo senso, ci si aspetta di connettere tutto attraverso l’USB 4, eliminando così la necessità di avere un elevato numero di porte solo per connettere qualcosa (come gli schermi). Grazie inoltre all’elevata potenza elettrica, l’USB 4 può anche alimentare diversi dispositivi – così come il Thunderbolt.
E’ perciò molto ben chiaro che nel futuro più prossimo le porte compatibili Thunderbolt inizieranno a sparire, lasciando il passo al protocollo USB 4. Questo spiega anche perché la sua inclusione non è stata più vasta: con l’arrivo dell’USB 4 non ci sarà bisogno di pagare più licenze per una singola comunicazione, per questo molti marchi stanno aspettando il momento giusto per includerlo nei loro prodotti.